La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha apportato un cambiamento significativo nella sua posizione sulla terapia ormonale sostitutiva (HRT) per la menopausa. L’agenzia rimuoverà le avvertenze prominenti della scatola nera che in precedenza mettevano in guardia contro l’aumento dei rischi di cancro al seno, malattie cardiache e demenza associati alla terapia ormonale sostitutiva.
Questa decisione segna un allontanamento dalla politica della FDA del 2002, stimolata dai risultati dello studio fondamentale Women’s Health Initiative (WHI), che inizialmente suscitò una diffusa preoccupazione sulla sicurezza della terapia ormonale sostitutiva. Lo studio WHI ha suggerito un aumento del rischio per alcuni eventi cardiovascolari e tumori nelle donne che assumono una terapia ormonale combinata estro-progestinica dopo la menopausa.
La rimozione dell’avvertimento della scatola nera non significa tuttavia un’approvazione della terapia ormonale sostitutiva. Mira invece a fornire alle donne informazioni più sfumate sui potenziali benefici e rischi, incoraggiandole a impegnarsi in discussioni informate con i loro operatori sanitari.
Cambiare le percezioni: dall’avvertimento al processo decisionale individualizzato
Sebbene il cambiamento sia un passo positivo per molti medici che da tempo sostengono che l’avvertimento generale abbia soffocato le conversazioni necessarie, non avviene senza dibattito.
La dottoressa JoAnn Manson, una rinomata ricercatrice coinvolta nello studio WHI e professoressa alla Harvard Medical School, riconosce i potenziali benefici: “L’allarme allarmante della scatola nera in generale ha portato al sottoutilizzo della terapia ormonale sostitutiva tra molte donne che sono candidate appropriate e trarrebbero beneficio dal trattamento.” Sottolinea che la sua rimozione potrebbe incoraggiare più donne a esplorare la terapia ormonale sostitutiva come opzione. Tuttavia, sottolinea l’importanza di mantenere la trasparenza garantendo che le informazioni sulla sicurezza rimangano chiaramente indicate sulle etichette dei prodotti.
Riformulare il panorama della terapia ormonale sostitutiva: cosa ci dicono le ricerche recenti
Una nuova ricerca ha dipinto un quadro della terapia ormonale sostitutiva meno terribile di quello inizialmente presentato dallo studio WHI. Gli studi condotti da allora hanno indicato che le donne che iniziano la TOS entro 10 anni dalla menopausa, generalmente prima dei 60 anni, non presentano l’aumento del rischio di cancro al seno o di malattie cardiache osservato nello studio precedente.
Inoltre, alcuni studi suggeriscono potenziali benefici associati alla terapia ormonale sostitutiva: una riduzione del rischio di malattie cardiache fino al 50% e una diminuzione del 35% del rischio di malattia di Alzheimer.
Approcci su misura: l’importanza del trattamento personalizzato
La decisione della FDA evidenzia la necessità di una valutazione individualizzata quando si considera la TOS. Non tutte le donne sono ugualmente adatte a questo tipo di trattamento, soprattutto quelle con storie mediche specifiche come una precedente diagnosi di cancro al seno sensibile agli estrogeni.
La dottoressa Stephanie Faubion, direttrice medica della Menopause Society e direttrice del Centro per la salute delle donne della Mayo Clinic, sottolinea che la rimozione dell’avviso della scatola nera non annulla questo approccio individualizzato. “I benefici sono maggiori e i rischi minori per le donne più giovani che iniziano la terapia ormonale per la gestione dei sintomi, più vicine alla transizione della menopausa”, spiega.
Estrogeni vaginali: una storia diversa
I medici sostengono da tempo la rimozione dell’avvertenza della scatola nera specificatamente per gli estrogeni vaginali perché differiscono significativamente dalle pillole per la terapia ormonale sostitutiva sistemica nel loro assorbimento e distribuzione all’interno del corpo. Gli estrogeni vaginali colpiscono principalmente i tessuti locali, riducendo al minimo i potenziali rischi sistemici associati alle formulazioni orali. Questa forma è particolarmente efficace nell’affrontare i sintomi della menopausa come la secchezza vaginale o i rapporti dolorosi.
La decisione della FDA sulla terapia ormonale sostitutiva rappresenta un passo avanti verso una comprensione più articolata di questa opzione terapeutica. Sebbene i potenziali rischi e benefici rimangano considerazioni rilevanti, la comunicazione aperta tra pazienti e operatori sanitari sulle circostanze individuali giocherà ora un ruolo cruciale nel determinare l’idoneità della TOS.






























